venerdì 4 maggio 2007

Cara vecchia Europa

La soia transgenica e le regole in un mercato aperto

Il caso della Monsanto che ha perso il brevetto in Europa sull’EP 301749

di Massimo Sideri

La notizia è stata accolta nella sua apparente normalità. L’Ufficio europeo che si occupa dei brevetti giovedì ha sostanzialmente accolto la richiesta di numerose organizzazioni internazionali che chiedevano di bloccare il brevetto del ’94 sulla soia geneticamente modificata detenuto dal gigante statunitense Monsanto. Il documento era stato firmato non solo da gruppi ambientalisti come Greenpeace ma anche da tante imprese agro-alimentari europee che vedevano nello sbarco massiccio della soia transgenica EP 301749 un pericolo per il loro mercato.

Si è trattato di un attacco al libero mercato? L’argomento è aperto. Chiaramente la posizione personale sull’agricoltura geneticamente modificata ha il suo peso sul giudizio finale. Ma, in ogni caso, è bene ricordare che mercato aperto non è sempre sinonimo di assenza totale delle regole. E la presenza di un’istituzione sovranazionale che rappresenti l’interesse di un grande insieme di cittadini è la migliore garanzia di quelle stesse regole. In questo caso, in effetti, l’Ufficio con sede a Monaco può legittimamente rappresentare l’interesse dei consumatori europei culturalmente meno inclini ai prodotti transgenici rispetto a quelli americani. Un risultato che ora ci appare scontato. Ma che non sarebbe mai stato possibile senza “l’infrastruttura” politica chiamata Unione Europea.

Teniamoci cara questa nostra vecchia Europa. Vestale dei diritti sociali. (S.F)

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